Informazioni personali

La mia foto
Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

mercoledì 18 settembre 2013

Tra Isola della Femmine ed il Castello della Zisa


Mia figlia riesce a mitigare un pò la delusione per la mancata gita a San vito lo Capo  proponendoci di andare al mare ad Isola delle Femmine.
Ci muoviamo sul tardi, lei ha ancora qualcosa da fare in ufficio; è un venerdì di fine luglio ma si lavora ancora. La mattinata la trascorriamo passeggiando al centro storico ed al mercato del capo acquistando, come da tradizione, pomodori secchi, che poi metterò sotto olio e  splendidi e buonissimi capperi di Pantelleria.
Attraversiamo Palermo come sempre caotica, superiamo Mondello e Sferracavallo dell’autostrada ed in lontananza si riesce a vedere lo splendido golfo
Dopo pochi chilometri ecco Isola delle femmine…. La costa è rocciosa e frastagliata , il mare è verde intenso con sfumature turchesi... è il mare di scoglio, quello che piace a me

Lungo la costa una serie di lidi attrezzati su padane di legno che scendono fino al mare; le conosco bene anche a Napoli frequento un lido a posillipo con la stessa situazione ma del resto per rendere comoda la permanenza sugli scogli la pedana di legno  è l’unica soluzione. Entriamo e…c’è il mondo praticamente un carnaio ,lettini a castello.La nostra postazione è praticamente sotto il bar, la musica è continua e costanze…. non smette mai “non ce la posso fare”  Ma del resto a Mondello mi sento in prigione e qua mi sento accerchiata ma sarà che mi sono fatta vecchia………credo di si.

Mi adatto e  finite le presentazione , saranno in 40 gli amici di mia figlia cioè tutto il lido, riesco finalmente a fare il bagno... il mare è bellissimo, mi immergo tra gli scogli guardando sotto di me la profondità del mare ed i colori intensi , una bella nuotata mi ripaga del disagio della location.
Trascorriamo la giornata tra sole e ricerca di relax, mangiamo sul lido un ottimo cuscus di verdura accompagnato da una corona condita e ghiacciata che mi procura quella splendida sensazione di sonnolenza che mi conduce  sul lettino al riparo dal sole e..  “se non ci fosse la musica a palla” 
Mia figlia ama trascorrere tutta la giornata al mare praticamente schioda quando il sole tramonta ma fortunatamente sapendo che ormai ho dei limiti andiamo via verso le 16 oltretutto lei ha un impegno in serata e  noi verremmo andare a visitare il castello della Ziza
Rientriamo in hotel per rimetterci in sesto e fare un risposino, usciamo verso le 18 sperando che il caldo sia meno cattivo ma è Luglio e fino alle 20 il sole non da tregua.
Prendiamo  l’autobus a piazza Politeama che, salendo per via Dante , ci lascia in Piazza Principe di Camporeale. Attraversiamo la piazza e via Whitaker che termina proprio davanti al cancello del castello della Zisa. Conosco molto bene questa zona perché mia figlia ci ha abitato per diversi anni e devo dire che mi emoziona un po’. Qui l’ho accompagnata 7 anni fa quando decise di trasferirsi a Palermo per iniziare un nuovo percorso di vita in compagnia del suo amore  palermitano ma……………………..le cose non sono andate bene ed oggi vive da single, quasi serenamente, in una nuova casa con un nuovo lavoro e con nessuna intenzione di tornare a vivere in famiglia… e la capisco
Eccoci alla Zisa e…

C'era una volta... "la formula d'inizio è questa, no?" il primo Re Normanno di Sicilia Ruggero II ,un giorno il Re in questione decise di far realizzare un parco reale, il più bello al mondo. Questo parco fu chiamato Genoard da gennet-ol-ardh che significava "paradiso della terra" e si estendeva in lungo e in largo, giungendo fino a Monreale. Il più bel palazzo che ornava il parco reale, era la Zisa il cui nome "al - aziz" significava splendido, glorioso. Edificata intorno al 1100 è un gioiello d'architettura islamica nonostante il monumento sia tutto normanno.
Castello della Zisa e parco

Il palazzo della Zisa, concepito come dimora estiva dei re, nasce da un progetto  realizzato da un architetto di cultura islamica ben consapevole di tutta una serie di espedienti per rendere più confortevole questa struttura durante i mesi più caldi dell’anno. anche la dislocazione interna degli ambienti era stata condizionata da un sistema abbastanza complesso di circolazione dell’aria che attraverso canne di ventilazione, finestre esterne stabilivano un flusso continuo di aria. Non sto qui a spiegarvi il sofisticato meccanismo  con il quale già da allora avevano trovato l'alternativa alla spossante calura estiva. Al piano terra c’è la sala di rappresentanza detta anche "sala della fontana" All’ interno si trovano esposti rari esempi di arte araba normanna tra qui la tipica architettura detta Muquadas un intarsio che sembra non avere mai fine e che adorna interni ed esterni e che ho avuto la fortuna di ammirare anche nel mio viaggio in Andalusia ed in particolare all 'Alambra di Granada ed alla Mesquida di Cordoba.
Tipici affreschi di origine islamica foto internet











 Ma quello che più attira i visitatori sono i così detti “diavoli della Zisa” un affresco dipinto nell’ arco di ingresso alla sala della fontana che raffigura personaggi mitologici detti “diavoli “di cui risulta estremamente difficile contarne l’esatto numero. Una leggenda popolare racconta che nel Castello è nascosto un tesoro in monete d’oro custodito appunto dai diavoli che, con i loro continui movimenti impediscono a chiunque di contarli esattamente e quindi di risolvere l’arcano secondo il quale contando esattamente i diavoli il tesoro verrebbe trovato e con ciò terminerebbe la povertà a Palermo. Questa leggenda ha generato un modo di dire popolare: “E chi su, li diavoli di la Zisa?” (E che sono, i diavoli del palazzo della Zisa?), termine adottato a Palermo quando non tornano i conti
I diavoli della Zisa

Al termine delle varie dominazioni Normanne, Sveve ed Angioine, la Zisa iniziò il lento decadimento. Fortunatamente circa 10 anni fai iniziarono i lavori di restauro rendendo la Zisa nuovamente fruibile.
Un sito storico di così elevato valore culturale  non poteva essere abbandonato all’incuria avendo rappresentato popoli, civiltà e culle di conoscenze.

Nessun commento: