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giovedì 12 maggio 2016

Ischia part three Il Castello Aragonese

Si rientra in hotel e stasera, il mio ginocchio va peggio che mai del resto non ho fatto nulla per riposare e gli antinfiammatori che sto prendendo sono troppo blandi perché diano un risultato.
A cena ci sono tutti e come ieri sera alcuni hanno indossato abiti eleganti. Al mio tavolo diciamo che l eleganza è più sobria e tendenzialmente sportiva, quattro chiacchiere e vado in camera alla disperata ma soprattutto inutile ricerca di tregua al dolore.
Ho deciso che domani mi limiterò a un giro per Ischia e raggiungerò il resto del gruppo sul monte Epomeo per il pranzo in agriturismo.
Bagagli pronti e caricati sul pulmino che dall’epomeo ci porterà al porto per riprendere la via di casa, ci sono tutti e il tempo è pessimo non piove ma nuvoloni neri si addensano all’orizzonte, fa freddo e c’è vento. Anche oggi Rossella, la nostra guida specialissima, decide per restare con me e con altre quattro escursioniste che hanno deciso di non voler salire per l escursione sull’epomeo. Si va a Ischia Ponte.
Ci incamminiamo a piedi chiacchierando piacevolmente. L' aspetto piacevole di quest’attività è la facilità con cui si fa amicizia, si comunica e si scambiano esperienze di percorsi e spesso di vita; fondamentalmente è uno sport per single, non sono molte le coppie che condividono questo tipo di esperienza. E' sicuramente uno sport aggregante e ci scappano anche delle belle amicizie.
Attraversiamo il centro dello shopping di Ischia con le sue boutique e ci avviamo verso il borgo di Ischia Ponte, custode dell'indimenticabile Castello Aragonese. Rossella ci racconta la storia del luogo primo centro abitato del comune di Ischia è stato lo scenario della Rivoluzione napoletana del 1799. E' fatto di palazzi e chiese, vicoli e balconate, scale e giardini. Un luogo ricco di storia ma pieno di contrasti: da una parte l'architettura nobile, e dall'altra quella povera, costituita dalle case dei pescatori. Ancora oggi Ischia Ponte conserva in gran parte l'aspetto di quando gli abitanti decisero di lasciare il Castello e di stabilirvisi Testimonianza storica della vita del borgo sono le sue chiese tra cui quella di Santa Maria della Scala dove si conservano alcuni capolavori d'arte Ad Ischia Ponte ci si muove tra monumenti e folclore, storia e costume, in un percorso che guida il visitatore fino al Castello Il borgo è delizioso e gli ischitani hanno saputo valorizzarne l’aspetto naturale con i colori delle abitazioni e le botteghe addobbate con i prodotti della natura. 
Tra Ponte e Porto si estende una bella pineta, tranquilla e pittoresca, impiantata dai Borboni. In questa zona un tempo sorgeva la cittadina di Geronda, distrutta dalla colata lavica dell'ultima eruzione, in occasione della quale il castello divenne rifugio di tutti i suoi abitanti. L'isolotto su cui è stato edificato il castello deriva da un'eruzione vulcanica. la denominazione castello non è fondamentalmente corretta in quanto    la costruzione è formata da una serie di edifici che ospitavano interei nuclei familiari, il convento delle clarisse, l'abbazia dei monaci basiliani di Grecia, il vescovo con il capitolo ed il seminario, il principe con la guarnigione. Vi erano 13 chiese tra cui la cattedrale, dove furono celebrate le nozze tra Fernando Francesco d'Avalos, marchese di Pescara e condottiero delle truppe imperiali di Carlo V, e la poetessa Vittoria Colonna.
Nel corso dei secoli è stato in buona parte distrutto dagli eventi bellici che hanno interessato l'isola sotto la dominazione francese nei primi dell'ottocento e, in seguito, dall'incuria e dall'abbandono fino all'acquisto dell'isola da parte di una famiglia ischitana. Alcuni eredi di questa famiglia hanno lentamente intrapreso una campagna di restauri che, dalle poche stanze elette a propria dimora, hanno gradualmente interessato la parte monumentale del complesso architettonico, anche se molte strutture sono ancora in rovina. Una curiosità per gli amanti del cinema: in questo castello, nel 1952, sono state girate alcune scene del film statunitense "Il corsaro dell'isola verde" con Burt Lancaster.

Complimenti alla nostra preparatissima guida e foto di rito il mare è agitato i nuvoloni neri ma il tutto è molto affascinante. Nel frattempo i nostri compagno trekkisti sono costretti a rinunciare al percorso più impegnativo il tempo non da tregua per cui si decide di anticipare il pranzo in agriturismo sotto le falde del monte. Prendiamo, l’autobus per Serrara Fontana e l’autista ci fa vedere i sorci verdi "guida come in una corsa automobilistica"
Scendiamo alla fermata sbagliata ma è quella che ci indica l autista ma la nostra efficientissima guida ci viene a raccogliere; ci stringiamo tutti in macchina e via verso le falde dell’Epomeo. Il ristorante ha il tipico aspetto rustico di montagna, l’odore e il calore non mancano le stufe in ghisa; contrasto stridente il contesto montano con il panorama 
dell’isolotto di Sant’Angelo in bella vista e il mare.











Il pranzo che ci è stato riservato rispetta la migliore tradizione ischitana mezzanelli con il sugo di coniglio e chiaramente coniglio"squisito"




Chiacchiere, brindisi ,scambi di numeri di telefono e promesse di rivedersi, ultime foto.Torniamo al porto che piove incessantemente non c'è tregua, riusciamo a imbarcarci con un po’ di anticipo il marinaio della compagnia ha avuto pietà e ci ha fatto imbarcare diluvia. partenza il mare si fa sentire ma nessuno lo nota; chi sonnecchia, chi riguarda le foto, chi si scambia sensazioni ringraziamo Eugenia, la nostra organizzatrice, che con le sue competenza ci ha affidato a guide eccezionali e  ci ha permesso di trascorrere questi giorni bellissimi. Intanto fuori ………un sole caldo e bellissimo accoglie il nostro sbarco a Pozzuoli





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