Informazioni personali

La mia foto
Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

lunedì 8 maggio 2017

Montemesola Taranto La Valle D'Itria

L'entrata all'hotel Parco delle Querce smorza gli ultimi canti nazional popolari .
Hotel Parco delle Querce Foto Fabrizio Cillo

Solita discesa stile indiani e tutti alla ricerca dei bagagli trasportati dall'organizzazione  e delle chiavi delle stanze . Anche questa sistemazione è sicuramente di un certo livello, elegante e funzionale ma non proprio corrispondente alle mie preferenze Begli ambienti , una hall un tantino barocca,piscina e trullo di ordinanza. Barbara ci sta aspettando insieme ai bagagli, si è rilassata e sopratutto ha fatto riposare la gamba per tutto il giorno. la stanza però è gelata non so come abbia potuto soggiornarvi , chiamo immediatamente e chiedo con una certa veemenza un'intervento tecnico ed in breve il condizionatore funziona.
Doccia e abiti caldi,  anche fuori fa freddo,  ci precipitiamo verso la Hall pensando di essere in ritardo per la cena ma siamo le prime insieme a Francesco e Maurizio ...l'appuntamento è alla nove giustamente. La cena verrà servita nei trulli ,ambienti comunicanti ma non ci consentirà di  essere tutti insieme" peccato. L'ultima cena in un'ambiente unico sarebbe stata sicuramente fautrice di canti e schiamazzi. Il cibo come al solito è buono orecchiette, carne buon vino ed in ogni trullo si alzano i calici per i brindisi, al nostro tavolo  Daniela e Mimmo , unico problema il freddo e la stanchezza. Qualche invasione di campo tra trullo ed un'altro ma in  molti si ritirano comprese Paola e Barbara. Io mi trattengo a chiacchierare con Roberto ci sediamo nella hall e proseguiamo una simpatica conversazione sui rapporti uomo donna iniziata sull'autobus , ci facciamo prendere dagli entusiasmi sulla condizione e sulle aspettative delle coppie ma ben presto ci rendiamo conto di essere rimasti soli proviamo a proseguire le chiacchiere fuori ma fa freddo ,ci salutiamo anche noi. In camera le ragazze stanno chiacchierando qualche battuta  risate e prese in giro poi  .....finalmente dormiamo.

La mattina ci accoglie con dei brutti nuvoloni neri, un po' come il mio umore ,fa sempre questo effetto la fine di un viaggio, è l'ultimo giorno. La colazione stamattina non è un gran che, la sala è piccola dobbiamo fare a turno e sinceramente non c'è grande scelta comunque dobbiamo riprendere velocemente l'autobus che ci riporterà verso Montemesola da dove partirà il trekking.

Gravina del Marchese Azienda San Luca
Alcuni dei compagni di viaggio non proseguono. Due ragazze di Caserta hanno il treno nel primo pomeriggio da Taranto non riuscirebbero ad arrivare in tempo, Daniele e la mamma vanno via per un  un'impegno ed anche Daniela e Mimmo che rientrano direttamente a Taranto La confusione della partenza  è tale che l'autobus lascia a terra Francesco e Maurizio , chiaramente si torna indietro, li accoglieremo con una standing ovation. Arrivo a Montemesola con il sole ,lasciamo l'autobus ,un caffè al bar della sera prima e riattraversiamo il paese per inoltrarci verso i sentieri. La distanza da Montemesola a Taranto è breve ma noi cammineremo attraverseremo la zona delle gravine di Puglia spettacolari e profonde erosioni incisive alte anche oltre 200 metri, scavate dall'acqua nel corso dei secoli. Attraverseremo la gravina del marchese con visita all'azienda San Luca dei fratelli Giuliani che ci daranno la possibilità di effettuare una visita guidata tra le loro coltivazioni . Dinanzi  a noi una distesa infinita di alberi da frutto, albicocchi e peschi senza soluzione di continuità l' impegno costante  dei proprietari ha creato un azienda di oltre 1500 ettari proprio sotto la gravina, coltivazioni di frutta, uva e ulivi a perdita d'occhio. Veniamo accolti da una gentile signorina dell'azienda che ci conduce verso le grotte  sotto la gravina e ci racconterà la storia di Papa Ciro.
Foto Wil van Ijperen


Ecclesiastico accusato di omicidio si fuggito dalla prigione  diventò un brigante usando la zona come suo rifugio. Ci raggiunge il proprietario che ci illustra tutto il lavoro dell'azienda e tutte le trasformazioni fatte e da completare , ci invita a tornare nel periodo della maturazione dell frutta e provocatoriamente ci offre metà di quello che eventualmente saremmo capaci di raccogliere. Giuro che lo farei, se non avessi gli impegni di casa e di lavoro me ne andrei in un posto del genere, lontano dagli stress , magari anche solo per poco ma mi piacerebbe tanto. Lasciamo l'azienda non senza aver fotografato le spettacolari gravine e ci avviamo attraverso una lunga strada costeggiata dai mitici muretti a secco che riparano campi di terra rossa dove bellissimi ulivi  si contorcono  nei  loro tronchi. Davanti a me quasi tutti, rallento ho bisogno di uno di quei miei momenti in cui i pensieri diventato niente e mi immergo nella natura e nella solitudine. Vedo Roberto rallentare mi aspetta ci avviamo insieme forse sta nascendo un'amicizia, zoppica un'altra vittima delle vesciche. Poco lontano il piccolo mare e più in là le gru del porto di Taranto. Sbuchiamo dai sentieri su una statale , la attraversiamo e ci fermiamo a mangiare i nostri panini sulla riva per pranzare c'è un vento che ci porta via. Il mare visto da lì è quasi bello ha un colore azzurro intenso ma  solo un 'illusione.
 Ci incamminiamo sulla riva del Piccolo Mare la percorreremo per diversi chilometri Purtroppo la zona è degradata ed inquinata all'ennesima potenza. Camminiamo tra quintali di immondizie riportare a riva dal mare, reti, plastica , cozze che macerano, una risacca color melma schiumosa si infrange su una sabbia lurida e si mescola all'immondizia.... un orrore. Mi viene di pensare a quei film di fantascienza nei quali se immergi la mano ti restano solo le ossa.ma peggio di peggio all'improvviso una tartaruga spiaggiata" è morta"
Giovanni si  preoccupa di far intervenire la capitaneria di porto per la povera testuggine e fortunatamente ci inoltriamo nuovamente verso l'interno. Ma all'improvviso una muta di cani randagi ci abbaiano contro e corrono tra l'erba. E quindi ...randagismo,cacciatori e  poveri cani a catena che ho visto ovunque dulcis in fundo lo stato dal piccolo mare Mi spiace tanto abbiamo attraversato una terra spettacolare dove l'uomo ha saputo portare rispetto  ma ora a due passi dalla città tutto è cambiato, forse la vicinanza della città stessa ,forse non so ....lo spettacolo credetemi è penoso. Continua......
Foto Roberto Sani


Nessun commento: