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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

giovedì 22 settembre 2011

Passeggiando per l'Aquila

Siamo all'Aquila e ci stiamo dirigendo verso il centro storico della città. Attraversando la periferia si notano i tentativi di ricostruzione; un minimo di attività commerciali trasferitesi dal centro ormai distrutto dal terremoto verso la periferia, bar e ristoranti  dove e come in tutte le città d'Italia, i giovani si incontrano in giorni prestabiliti con il classico passa parola perfettamente funzionante all'aggregazione .I locali erano tutti affollati e negli spazi antistanti i ragazzi si intrattenevano chiacchierando ma il tutto mette una grande tristezza. Noi siamo intenzionati ad arrivare al centro e quindi finalmente e non senza qualche difficoltà riusciamo a parcheggiare nei dintorni del Castello. Può sembrare  assurdo che in una città praticamente distrutta ci siano problemi di parcheggio ma la gente è tanta, gli aquilani giovani e meno giovani cercano di vivere ancora la loro città anche se solo per passeggiare non potendoci vivere. Pochi passi e attraversiamo la Porta Castello alla sinistra della quale gli edifici sono tutti vuoti ed impalcati.

Riaprirà mai questo portone
 Ho come la sensazione che tanti occhi vacui ci guardino ma è solo l'inizio di una serie di emozioni che mi prendono ....... nella prima piazzetta che incontriamo un gruppo di ragazzi ascolta musica dal vivo tra un bar che serve bevande ed un palazzo completamente impalcato e disabitato;svoltiamo per il corso Vittorio Emanuele e insieme a tantissime altre persone iniziamo lo struscio tra palazzi ingabbiati, portici sostenuti da cinghie e bulloni di ferro,portoni chiusi da catene e stradine laterali completamente chiuse al passaggio poichè le pareti da parte a parte sono sostenute da pilastri di ferro
Vorrei fare delle foto ma la figlia del mio compagno mi chiede di  evitare(quelle pubblicate sono state fatte il mattino successivo molto presto in modo da non urtare la suscettibilità degli abitanti) mi dice che gli Aquilani sono stanchi di essere in mostra" ripongo la macchina fotografica"Passeggiando noto che i pochi bar/ristoranti che hanno potuto aprire con opere di sicurezza e ristrutturazione  sono pieni zeppi, per strada i ragazzi chiacchierano e ballano al ritmo di un complessino che fa musica caraibica,c'è allegria, mamme con piccoli in passeggino,coppie giovani e meno giovani mano nella mano, è come se ai lati della strada non ci fosse tutta quella distruzione,come se quei lumini che si intravedono tra le impalcature a ricordo di qualcuno che non c'è più  non fossero accesi
come se la vetrina di quel negozio con la scritta che immortala e rimane ferma alla collezione primavera estate del 2009 non avesse importanza Gli Aquilani rivogliono la loro città, non vogliono perdere la loro identità e la loro storia.Non so se il tempo,la volontà e sopratutto le ingerenze dei malfattori che governano potranno fare qualcosa,le impalcature che circondano ed ingabbiano i palazzi all'esterno sono anche all'interno piano su piano,sostengono pareti e solai,la ristrutturazione e la riconsegna della città sarà cosa ardua ma necessaria, mi auguro che ce la facciano, io per il momento a vedere quel contrasto così forte fra la folla e la distruzione ho i brividi

Non aggiungo altro le foto parlano da sole e finisce qua  il mio racconto


 

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