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lunedì 4 settembre 2017

Vesuvio ...per non dimenticare

E' trascorso circa un mese dagli incendi devastanti che hanno distrutto quasi del tutto l'ecosistema del Vesuvio "A MUNTAGNA NOST" L'associazione Costa delle Sirene in collaborazione con Trek Vesuvio decide per una escursione commemorativa sul vulcano saremo accompagnati daa alcuni giornalisti e da tanti di noi profondamente colpiti da quelle giornate di fuoco e fiamme . Ricordo ancora il senso di impotenza e l'angoscia nel vedere da casa mia il vulcano bruciare per giorni.
Appuntamento alla Valle delle Delizie, che di delizia in questo momento non ha più nella. Il gruppo si compatta in breve tempo anche se siamo in tanti , con molti camminiamo insieme da tempo rivedo anche alcuni amici dell'altra associazione e qualche volto nuovo. Antonio ed Anna le nostre sicurezze. Anna ha nel suo zaino ha una ginestra del Vesuvio la ripianterà nel bosco bruciato come simbolo di rinascita.
Il primo impatto  è devastante , si sale attraverso monconi di alberi carbonizzati, l'inizio dei trochi e tutto quello che è vicino alla radice è bruciato . I rami più alti non attaccati dal fuoco sono ricoperti da foglie secche ma non per l'autunno imminente ma dal colore sprigionatosi dal fuoco. Si cammina in silenzio ognuno preso dalle sue considerazioni. Non sento un solo cinguettio.
Ma l'aspetto più inquietante è la puzza di bruciato, ti circonda, ti avvolge, la senti nella pelle, si intrufola nei mie capelli  non mi lascerà per tutto il percorso e la porterò fino a casa
Prima tappa il largo Angelo Prisco , finanziere che provò da solo e sopratutto inutilmente a combattere i bracconieri della zona sacrificando la sua vita.
Attraversiamo la Valle dell' inferno e quale nome più appropriato in questo momento. Ancora cenere, puzza di bruciato scheletri anneriti che si stagliano verso il cielo azzurro un contrasto stridente di colori , il nero del fuoco, il bianco della fuliggine che copre tutto il sottobosco e.. l'azzurro di un meraviglioso cielo settembrino.
Un attimo di riposo sul largo della legalità così' chiamato per celebrare la nascita dell'Ente Parco.    
Ancora su  attraversiamo sentieri nei quali in primavera mi racconta un amico le ginestre invadono di giallo solare ogni cosa, sentieri nel quali gli odori ed i profumi ti inebriano ma adesso i cespugli sono tutti bruciati , secchi e l'odore è solo quello che ormai sento da due ore... bruciato... odore di bruciato.
Eppure lungo il percorso qualche cespuglietto verde si fa strada tra i rami carbonizzati  cespugli di robina  che se da un lato è una  piante infestante dall'altro in questo momento mi trasmette un senso di rinascita.Ci vorranno almeno due anni prima che lungo le falde  si ricreino ...forse ... le condizione di vita vegetale che tanto contraddistingue  il nostro vulcano. I licheni, le orchidee selvatiche i cespugli di mirto, lentisco e biancospino, la ginestra dell'etna importata per rimboscare la zona dove l'eruzione del 1906 e quella odorosa. Prima che la fauna ripopoli le falde e che il cinguettio di passeri cinciallegre e pettirossi si torni a sentire,  ma anche prima di rivedere volare poiane e gheppi barbagianni e  gufi e correre  conigli e lepri  e tutta la flora e la fauna " ra muntagna nost "  Dietro una madonnina miracolosamente scansata al fuoco Anna decide di piantare la ginestra sarà il simbolo della rinascita. Mi perdo il momento non so perchè fortunatamente le foto mi saranno di supporto.
Continua la salita verso un picco di lava dal quale si domina tutta la valle a perdita d'occhio fino ad abbracciare in un solo sguardo i monti del Partenio, i Lattari ed il mare, un punto di vista incantevole. 
Ancora in salita alla fine avremo percorso tra andata e ritorno 14 km e circa 700 metri di dislivello. Arriviamo al rifugio Imbò dove scatta il momento cibo, l'intenzione sarebbe stata  quella di riscendere verso la piana della legalità ma è ormai quasi ora di pranzo e come al solito la fame, dopo le salite, diventa impellente.
Riusciamo a sistemarci tutti sui tavoli a disposizione dei visitatori e li occupiamo siamo in tanti. 
Momento di relax e di chiacchiere più lievi. Il percorso è stato impegnativo non tanto per difficoltà quanto perchè emotivamente forte. Pensare alla distruzione ma sopratutto a tutti gli animali impazziti dalla paura che scappavano in cerca di riparo ed a quelli intrappolati della fiamme arsi vivi mi ha accompagnato lungo tutto il percorso lasciandomi una grande senso di angoscia. 
Risate, scherzi battute e cibo e mi  chiedo come mai oggi non sono spuntati i dolci ed il  vino, sarà che  siamo tutti reduci dagli stravizi dell'estate e stiamo provando a contenerci ? Credo proprio di si 
Un'oretta di riposo e si riparte la strada è la stessa all'incontrario e ci fermiamo nuovamente al largo legalità dove alcuni esperti del luogo nonchè valontari  ci raccontano degli incendi ,delle responsabilità e di tutte le problematiche legate al disastro come lo spopolamento faunistico della zona per la mancanza di cibo nel sottobosco  ormai inesistente




Alcuni di noi  in particolare chi è della zona o comunque fa parte di associazioni di tutela legate al territorio  sono saliti in più occasioni a lasciare cibo e acqua per gli animali  Ci offriamo tutti di essere di aiuto in qualsiasi modo come associazione e come singoli perchè non possa succedere più o per almeno per arginarne i danni.
Riscendiamo verso la valle delle delizie e verso le macchine. Il sentiero è morbido ed invoglia a camminare veloci. Sono fondamentalmente una persone molto comunicativa ma adesso ho bisogno di restare con me per un poco. Aumento il passo o forse lo rallento non so e poi...un odore di pini intenso mi avvolge , il primo odore diverso da quello di bruciato della giornata mi guardo intorno macchie verdi sempre più intense , ai lati della strada cespugli di ginestre integre, qualche fiore e la robinia come sempre. Sento quel profumo e sorrido forse ci vorrà un poco meno di due anni non vedo l'ora di tornare quando le falde del vulcano saranno fiorite  per vedere e sentire quello che mi hanno raccontato gli amici. 
Arriviamo alle macchine molti di noi salutano ma il solito nucleo duro decide per una sosta al bar ad Ottaviano dove pare ci siano le migliori sfogliatelle del mondo. La pasticceria è ancora chiusa e si decide per un sostanzioso aperitivo con le prime 4/5  birre accompagnate da patatine. Finalmente la saracinesca del locale si alza e ci precipitiamo d acquistare tutte le sfogliatelle rimaste. Ce le godiamo in un miscuglio di dolce salato ed alcolico ma alla gola ed alla fame non si comanda.


Si rientra e il pensiero va ancora  al Vesuvio ,che sovrasta il paese di Ottaviano, speriamo che questa sia l'ultima volta in cui mani assassine lo devastano

Foto a cura del gruppo Costa delle Sirene  e web

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