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martedì 15 maggio 2018

Alla scoperta delle orchidee selvatiche sul Monte Cacume

Ho la sensazione che questa nuova escursione sarà un momento di festa come solo noi dell'associazione Costa delle Sirene sappiamo vivere e non per dire le Sirene del gruppo sono le "Maste di Festa"  terminologia napoletana per definire le Maestre delle Festa o capo banda che dir si voglia. Anna, Laura Io Sabrina ed oggi anche Eugenia e Laura non ci siamo fatte mancare nulla, canti balli ecc ecc.








L'inizio però è regolamentare. appuntamento all'alba con Laura, Sabrina ed Eugenia  , dobbiamo arrivare in provincia di Frosinone e con noi anche Teodoro che verrà inserito immediatamente nel gruppo amiche di trekking "senza pietà " Primo stop all' area di servizio , baci e piacere di rivedere alcuni amici della Ciociaria con i quali abbiamo condiviso simpaticissime uscite, non mancano gli amici di sempre . Oggi ci sono anche Salvatore ed Angela,  Pamela ed Edo e Rosaria ed Enzo, ma loro sono abituè. L'evento è stato organizzato dall'associazione Montasi in Cacume presieduta da Angelo Gatti che sta spinge alla valorizzazione ed alla promozione del territorio. 


Appuntamento finale a Patrica , graziosissimo paesino della Ciociaria dove riusciamo finalmente a prendere un caffè e ci avviamo verso il percorso. L'impennata è immediata, si  sale verso la cima che sostanzialmente supera di poco i mille metri ma il dislivello dalla partenza è di circa 600 . Ok salgo e praticamente le prime due ore sono tutte una tirata, chiaramente faccio fatica ma forse meno delle altre volte e quindi resisto. Posso camminare anche per 30 chilometri ma purtroppo il mio fisico e sopratutto il mio fiato non mi consentono la salita , faccio fatica forse dovuto al fatto che sono una ex fumatrice.
Chiaramente sono in retroguardia ma non la sola davanti a me a doppiare la cima Sabrina , Laura. Anna oggi chiude il gruppo con Antonio Vano. Lungo il percorso un insegnante di biologia ci illustre le varie specie di orchidee selvatiche che crescono spontanee nella vegetazione, sono piccolissime e delicate, con noi tanti ragazzi. La vegetazione è fitta e gli odori intensi , certo non sono quelli della costa e delle falesia , ma ci sono. Arriviamo ad un prato circoscritto da paletti e dal quale si domina tutta la valle. E' il prato della fioritura delle orchidee selvatiche dove se ne dovrebbero vedere tantissime ma purtroppo si contano sulle dita di una mano. Siamo tutti fermi, attimo di pausa  per decidere se salire alla croce di ferro ,che si staglia sul cocuzzolo della montagna e da dove pare ci sia un panorama a perdita d'occhio, oppure proseguire per il rifugio dove si svolgerà la festa. Chiaramente io sono per la festa, salire altri 100 metri non ci penso proprio con me Laura Eugenia e Teodoro ma sostanzialmente pochi ...ci conduce Anna che sulla croce ci è salita tante volte e poi lei è una guida seria non ci avrebbe mai lasciati senza accompagnatore. Sabrina, e che ve lo dico a fare è praticamente già arrivata su, ma 45 chili si portano con nonchalance,

Il tragitto fino al rifugio ci impegna ancora per una buona mezz'ora se non di più  in salita e per giunta su pietraia, camminiamo attraversando rivoli di acqua che arriva dalle sorgenti e da una grossa vasca . Piano piano si sale e si va avanti ma lo spettacolo merita. Tra prati fioriti e vegetazione spontanea sono immersa nella natura e nella serenità...ormai lo avrete lette tante volte... questi giorni per me sono vitali. Ultima strappo e poi giù verso un prato meraviglioso ed il rifugio Pizzacchio dove amici del luogo stanno già al lavorando accanto a pentoloni  fumanti di ragù pronti ad accogliere tutti. Ci sistemiamo, ci hanno praticamente riservato il tavolo. Noi siamo ospiti questa è una manifestazione che viene svolta tutti gli anni e ci hanno invitati grazie ad Anna che li conosce da tempo e con i quali si è impegnata a scambi territoriali . Noi veniamo  sulle loro montagne e loro passeggiano sui nostri sentieri marini. Ci sistemiamo sul prato con tutte le buone intenzioni di stenderci al sole ma il tutto dura il tempo del niente Fabio conosciuto sul sentiero di Punta Campanella mi offre una birra spillata al momento da un baracchino sistemato nel prato, mi presenta alcuni amici di zona , iniziamo a scherzare ad a ridere nel frattempo parte anche la musica e ...la festa.....
Gli altri stanno  ancora scendendo dalla croce e comunque arriveranno tantissime persone dai paesi nei dintorni. Decidiamo per una aperitivo con la finocchiona che ho portato faticosamente nel mio zaino, tipico salume toscano, gentilmente regalatomi dai mie splendidi amici Fiorentini. Edo taglia e le fette scompaiono in nulla, fortunatamente è tanta e riusciamo a farla provare anche chi sopraggiunge dopo. Nel frattempo nella bellissima madia di legno calano chili e chili di tagliatelle irrorate da uno spettacolare ragù. Siamo fra i primi a servircene piatti enormi, decido per un altra birra,  me la vado a prendere al baracchino. Nel frattempo la musica sta incalzando, noi abbiamo già mangiato lasciamo il posto ad altri e ci scateniamo.
Un primo ballo lo facciamo sugli scanni, parte la dance music degli anni 80 e non si capisce più niente. Arriva ancora gente , altri sono seduti a mangiare e gli amici addetti al cibo continuano a sfornare tagliatelle al ragù.Noi balliamo di tutto dalla disco dance ai balli popolari ai latino americani  Arriva anche Daniele, simpaticissimo amico di zona che ogni volta che mi vede mi fa volare a testa in giù e poi con tutti in una allegrissima ammucchiata chiaramente fonte di mille fotografie. E non ci diamo tregua ormai siamo scatenati, viene fuori anche una una sexissima baciata  con Luca che  non fa dispiacere nessuna di noi e balla con tutte.
Ma il momento che mi ha divertito di più e che mi è piaciuto tantissimo è stato quello in cui ho ballato una specie di pizzica e comunque un ballo popolare con il mitico Antonio Vano. Erano anni che volevo farlo e non ho mai trovato chi lo ballasse con me. Certo con i passi sono andata una schifezza non conoscendo i movimenti ma mi sono troppo divertita anche a simulare una ipotetica gonna da sorreggere .
Comunque in tenuta da trekking e con gli scarponi eravamo uno spettacolo ben poco femminile. Pensare di stenderci anche solo cinque minuti prima di iniziare la discesa è impossibile la musica ormai va alla grande e noi pure fino ad un attimo prima di compattarci per la foto ed i saluti. Ci sistemiamo sul prato ed inizia il gioco al massacro degli spintoni poi riusciamo a fare una bellissima fotografia e con immenso dispiacere salutiamo gli amici di zona che nel frattempo ballano ancora senza soluzione di continuità, del resto al massimo metteranno  mezz'ora per arrivare a casa noi  due.  Fortunatamente ho mangiato poco e bevuto meno, la discesa è peggio della salita nel senso che con la pietraia bisogna fare molta attenzione . Anna con alcuni di noi vola giù ma io con buona parte del gruppo scendo lentamente, pare non finisca mai, sotto di noi ma lontano  le case Chiediamo più  volte ad Antonio se la strada sia la stessa dell'andata. Ecco  Patrica, deliziosa che si affaccia sulla valle ,vale una bella fotografia, il centro storico bellissimo è delizioso.


Ci fermiamo al bar come al solito ma il terzo tempo oggi non è vivace del resto abbiamo abbondantemente fatto baldoria per ore su al rifugio.Si riparte, cambiamo le scarpe abbiamo i piedi massacrati negli scarponi ed oggi anche tormentati dai balli , continuiamo a scherzare ed a commentare ...in particolare sui bei ragazzi che oggi hanno allietato i nostri occhi...il povero Teodoro ,unico uomo di della macchina, si deve adeguare

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